14 agosto 2017

Skyrim Roleplay Edition - Capitolo IV

Dove finalmente Ysgran il cacciatore affronta la rovina di Bleak Falls Barrow.
Ed ha una brutta sorpresa una volta tornato a Whiterun...
Vi ricordo che tra il capitolo III ed il capitolo IV c'è stato il capitolo 3.5: per quanto non necessario per la comprensione della storia comprende alcune missioni secondarie.






Erano passati diversi giorni da quando lo Jarl di Whiterun, Balgruuf il grande, mi aveva dato la missione di penetrare nelle rovine di Bleak Falls Barrow e recuperare la Dragonstone, una mappa dei vari sepolcri di draghi presenti in tutta Skyrim e risalenti all'era mitica.
Purtroppo non si poteva rifiutare la richiesta diretta di uno Jarl ma almeno mi ero preparato al meglio. Avevo appreso ad utilizzare al meglio i due incantesimi che mi aveva insegnato Farengar, il mago di corte di Whiterun: uno per far fuggire un non-morto debole ed uno per evocare uno spirito esplosivo che danneggiava solo quelle nefaste creature. Avevo fatto molta esperienza nella forgiatura dei metalli nobili, come oro ed argento, e mi ero fatto insegnare da Adrianne, una dei fabbri di Whiterun, come creare una spada d'argento: un metallo particolarmente efficace contro i Draugr. Infine avevo migliorato le mie capacità di guerriero grazie agli insegnamenti dei Compagni, i nobili guerrieri di Jorrvaskr. Avevo inoltre creato una nuova armatura di pelle ed un'arco di discreta qualità.
Non sarei mai stato più pronto di così nel breve periodo per cui mi diressi nuovamente a Riverwood. Partii poco prima dell'alba, non mi andava di salutare i Compagni e dilungarmi su ciò che avrei fatto.
Arrivato al paesello che ora brulicava delle guardie inviate dallo Jarl in sua difesa iniziai ad inerpicarmi sulla montagna seguendo il sentiero indicatomi da Camilla Valerius.
Era un sentiero difficile ma non impossibile ed a parte la presenza di una torre di guardia diroccata ed abbandonata da tempo non c'era il minimo segno di vita. C'era una guardia appostata fuori dalla torre ma dato che non aveva divisa intuii che si dovesse trattare di un bandito. Non mi dilungherò spiegando come uccisi i tre banditi della torre e come pensai che potessero essere quelli che avevano rubato l'Artiglio d'Oro di Lucan dato che la mia ricerca della torre fu infruttuosa.


Arrabbiato dall'inutile perdita di tempo continuai la scalata... alla fine giunsi all'entrata del Burrow



Notai che erano presenti delle persone sui camminamenti di pietra. Altri Banditi? Possibile, la torre era praticamente vuota.
Avanzai verso la scalinata cercando di restare il più possibile vicino al suolo ma incoccando una freccia per sicurezza. Fino a quando non incrociai lo sguardo con uno di loro: neppure il tempo di pensare e la freccia era in già volo. Purtroppo non riuscii ad ucciderlo prima che avesse il tempo di dare l'allarme ai suoi due colleghi.
La donna iniziò a preparare il suo arco mentre un Nord con un martello gigante stava correndo per venire a spaccarmi la testa.
Sfruttai l'architettura del luogo, con i diversi pilastri di pietra, per rendere la vita difficile sia all'arciere che al guerriero, sfruttando una preziosa lezione che mi aveva dato Vilkas: quando si combatte contro più avversari una buona regola era cercare di muoversi in modo da farli intralciare tra loro, la loro cautela per evitare di colpire i compagni era un vantaggio per chi era da solo che poteva sfogarsi senza alcun timore. Fu anche grazie agli insegnamenti dei Compagni se riuscii ad arrivare vivo alla fine della giornata.
Grazie alla mia tattica mordi e fuggi e mantenendomi in movimento riuscii ad evitare le frecce e a sfruttare la mia spada e la magia per stancare ed uccidere il guerriero prima di uccidere l'arciera, che ormai aveva finito le frecce. Mi bastò un colpo del mio arco e la presi alla schiena, mentre fuggiva, e nel farlo mi ricordai di Daenas. L'avevo ucciso nello stesso modo.
Non ero abituato a piegarmi ai sentimentalismi ma ci misi un po' prima di decidermi a proseguire, entrando finalmente dentro Bleak Falls Barrow mentre diverse domande mi ronzavano nella testa: perché questi banditi erano qui? Che fossero quelli che avevano rubato l'artiglio d'oro? Era la follia che li aveva spinti a rifiugiarsi dentro ad una cripta piena di Draugr o che ci fosse qualcos'altro sotto?
La prima cosa che notai penentrato nel Burrow furono i cadaveri. Skeever, dei ratti grossi come gatti tipici di Skyrim, ed un paio di uomini morti da poco (non avevano iniziato a decomporsi). La luce di un fuoco in lontananza confermò il mio sospetto: i banditi si erano accampati dentro Bleak Falls Barrow.
Erano in due e stavano parlando del più e del meno quando mi venne in mente un modo divertente per superare quella situazione. L'unica luce della sala veniva da quel fuoco per cui non mi fu difficile restare nelle ombre ed avvicinarmi ai banditi senza essere udito. Preparai l'incantesimo che avevo comprato da Lucan, quello di furia: quantomai indicato per uccidere i banditi che lo avevano derubato. Colpii quello più vicino con la rossa aura dell'incantesimo e quello si alzò in piedi di scatto, afferrò un martello che aveva a portata di mano e fracassò il cranio del compagno di scorrerie. Ebbe a malapena il tempo di rendersi conto di quello che aveva fatto prima che una mia freccia lo inviasse a fargli compagnia nelle profondità di Oblivion.
Entrai finalmente nei corridoi delle rovine, scavati nella montagna ma non dovetti proseguire molto prima di trovare un altro bandito. Si trovava in una stanza davanti a me e potevo vedere che la porta per uscire da essa e proseguire era sbarrata da un cancello di ferro. L'uomo si avvicinò al centro della stanza e dopo un rumore meccanico dei dardi sbucarono dalla parete trafiggendolo ripetutamente. Mi avvicinai cautamente a lui. Era morto istantaneamente. Aveva tirato una leva che si trovava al centro della stanza ed era caduto in una trappola.


-Dannazione! Nessuno mi aveva detto che ci sarebbero state delle trappole!-

Notai che sopra al cancello si trovavano dei rilievi sul muro a forma di animale. Persino quello crollato al suolo era ancora leggibile. Alla mia sinistra si trovavano dei pilastri di metallo, anch'essi decorati con motivi animali. I pilastri potevano ruotare e notai che alcuni dei rilievi sui pilastri corrispondevano a quelli sopra al cancello. La soluzione era chiara: feci ruotare i pilastri fino a farli corrispondere con i rilievi a muro e tirai la leva, aprendo il cancello.
Neanche questo bandito aveva l'artiglio di Lucan: che il loro capo si fosse spinto ancora più in profondità?
Perlomeno non avevo ancora trovato nessun Draugr. Non sapevo se esserne felice o irritato dopo tutto il tempo che avevo impiegato a prepararmi per affrontarli.
In uno dei tavoli di imbalsamazione trovo una piccola boccetta ed una pergamena. Curioso. Misi una punta del liquido della boccetta sulla lingua che mi si intorpidii: non riuscivo più a muoverla o a parlare! Doveva trattarsi di un veleno paralizzante. Ne ricoprii la spada d'acciaio, non si sapeva mai (pensavo che un veleno simile non fosse efficace contro i non-morti). La pergamena invece era di un incantesimo che non conoscevo ma si chiamava in modo molto intuitivo e scenografico: Palla di Fuoco.
Contrariamente ai libri degli incantesimi, che trasferivano la conoscenza dell'incantesimo all'interno della memoria del lettore, le pergamene ne consentivano l'uso senza dover sfruttare la propria Magicka, l'energia presente in tutte le creature, e senza conoscere l'incantesimo. Come nel caso dei libri il testo si cancellava con l'uso ed ogni pergamena poteva essere usata una sola volta.
Era strano che quegli utili oggetti si trovassero li ma quando sentii una voce chiamare pensai ad una possibile soluzione all'enigma: evidentemente uno dei banditi li aveva lasciati prima di proseguire.
Stranamente la voce stava chiamando aiuto; decisi di seguirla cautamente e scoprii che proveniva da una stanza totalmente ricoperta da diverse ragnatele: persino l'apertura era totalmente bloccata in ragnatele. Mi ricordai dei Ragni Frostbites che avevo incontrato con Ralof nelle caverne di Helgen e preparai le fiamme e la spada con il veleno paralizzante prima di bruciare la ragnatela ed entrare nella stanza. La voce apparteneva ad un Dunmer, un elfo oscuro, che mi avvisò del pericolo: un ragno gigante (persino per quella specie) che si stava calando dal soffitto. Come quell'elfo anch'io ero finito dentro la sua tana! Il ragno era grosso quasi come un cavallo ma le lunghe zampe lo facevano sembrare ancora più largo e le grosse zanne lo rendevano certamente più pericoloso. Lo aspettai da sotto, colpendolo con la spada all'addome e lasciando che il veleno facesse il suo effetto: mi ricordai poi delle parole di Ralof e cominciai a girargli attorno ricoprendolo di fiamme.
Il Dunmer iniziò ad incitarmi, a darmi consigli e a chiedermi di liberarlo: apprezzavo la buona volontà ma cominciava ad essere fastidioso. La grossa mole del ragno gli impediva di roteare rapidamente e di seguirmi mentre gli giravo attorno continuando a ferirlo e a bruciarlo in modo fastidioso come una zanzara, un ottima tattica per affrontare delle creature giganti insegnatami da Aela.
Dovetti far fondo alla mia riserva di pozioni curative ma alla fine risultai vittorioso tra le acclamazioni del mio nuovo fan numero uno che liberai con la spada restando molto attento a non ferirlo: la lotta con il ragno gigante ed i suoi incitamenti mi avevano fatto dimenticare che si trattava di un bandito e che non mi sarei dovuto fidare.
Al grido di -Folle! Credi davvero che dividerò il tesoro con qualcuno?- iniziò a correre all'impazzata verso la parte più profonda del Burrow. Ecco spiegato il mistero della spedizione archeologica dei banditi: un tesoro! Che fosse la Dragonstone che dovevo recuperare?
Iniziai istintivamente a rincorrelo (non avevo intenzione di farmi sfruggire la Dragonstone) ma dopo un paio di stanze mi fermai bruscamente. Così facendo rischiavo solo di attivare un'altra trappola o di farmi ammazzare da qualche altro mostro o da un gruppo di draugr. Continuai a procedere con calma, ripetendomi di fare respiri profondi. Non ero spaventato.
In quella parte del Burrow iniziarono ad esserci molte più cripte scavate nei muri ed erano visibili i cadaveri imbalsamati degli antichi Nord. Un brivido mi corse lungo la schiena mentre aspettavo solo che si risvegliassero mentre preparavo la spada d'argento e l'incantesimo dello spirito d'ossa insegnatomi da Farengar.
Un ringhio che proveniva dalla profondità della stanza rivelò la presenza del Draugr: un corpo mummificato con dei gelidi occhi azzurri. Caricai l'incantesimo ed evocai lo spirito d'ossa: il non-morto dimostrò la sua innata stupidità caricando lo spirito che esplose in una nebbia luminescente dando fuoco al Draugr.


Accesa la torcia e perlustrata la stanza trovai il corpo del Dunmer: evidentemente doveva aver attivato una trappola.

Trascinai il cadavere qualche passo indietro: se quello era l'ultimo bandito avrei dovuto trovare... L'artiglio d'oro! Allora era proprio vero che i banditi che lo avevano rubato erano entrati dentro Bleak Falls Barrow! Presi anche il diario dell'elfo oscuro, l'avrei letto una volta uscito di li per pura curiosità.
Stando attento a dove mettevo i piedi e tenendo alta la torcia per evitare le trappole proseguii per i corridoi scavati nella roccia fermandomi solo per affrontare i diversi Draugr, che cadevano facilmente incendiandosi ai colpi della mia spada o dei miei incantesimi, o per capire come superare l'ennesima trappola che tuttavia non mi sembravano particolarmente complesse, avrei giurato che fossero state costruire per punire chi si faceva prendere dal panico come il Dunmer.
Dopo altre stanze e cripte piene di draugr riuscii a raggiungere la parte più profonda della rovina, Bleak Falls Sanctum.


Mi trovai di fronte ad un nuovo ostacolo: una gigantesca porta di pietra

Sul fronte del gigantesco masso erano scavati tre anelli circolari semoventi con motivi animali e la figura di un artiglio con dei fori in corrispondenza delle unghie dell'animale. Se era effettivamente una porta quella doveva essere la sua serratura ed i motivi animali mi facevano pensare ad una combinazione, com'era avvenuto prima. Evidentemente dovevo usare l'Artiglio d'Oro per aprire la porta ma non conoscevo la combinazione, inoltre la trappola precedente mi fece pensare che se avessi sbagliato sarei caduto in una trappola. Mi ricordai del diario dell'Elfo ed iniziai a leggerlo. Oltre a scoprire che era effettivamente lui il ladro di cui mi aveva parlato Lucan, e che si chiamava Arwen, detto il veloce, vidi che lui aveva studiato quelle rovine e che la soluzione si trovava "sul palmo della mia mano".


Presi l'artiglio d'oro e rigirandolo trovai sul palmo la combinazione che stavo cercando!

Feci ruotare gli anelli ed infilai l'artiglio nei fori, la serratura scattò e con un rumore meccanico la porta iniziò ad inabissarsi nel pavimento lasciandomi proseguire verso una caverna.


La caverna aveva un'unica costruzione nel mezzo, una sorta di piattaforma con uno strano muro circolare ed un sarcofago.

Arrivai in cima alla piattaforma e la mia attenzione venne subito attirata dal muro, su cui erano incise diverse rune. Sentivo uno strano rumore, simile ad un tamburo, che risuonava nella mia testa ed alcune delle rune erano luminose...


...vedevo della luce sgorgare da esse, come delle raffiche di vento lucente.

Per un momento persi il controllo del mio corpo e venni attirato sempre più verso quel muro, il rumore di tamburi sempre più forte. Il vento lucente penetrò nel mio corpo e, senza sapere né come né perché appresi il significato delle rune lucenti.
-Fus... Forza- mi sorpresi a dire mentre toccavo con mano le rune ormai silenti. La cosa mi spaventava, ma ancora di più mi riempii di paura quando sentii dei rumori provenire dalle mie spalle. Sulla piattaforma c'era anche un sarcofago, che non avevo notato a causa della stranezza che mi era appena capitata. Un sarcofago che si era aperto e da cui era uscito un Draugr armato di una gigantesca ascia luminosa!
Rimasi paralizzato per un attimo e subito dopo cercai affannosamente nello zainetto trovando quello che stavo cercando:
-Palla di fuoco!-
La pergamena iniziò a bruciarmi in mano mentre la sfera sfrigolante si abbatté contro il non-morto. Estrassi la spada d'argento e preparai l'incantesimo dello Spirito d'ossa. Il fuoco non sembrava impensierire il Draugr che iniziò ad avanzare. Scagliai l'incantesimo mentre mi tuffavo di lato per evitare la sua carica. Sembrò risentire maggiormente di quel colpo che della pergamena di fuoco. Il Draugr sollevò la pesante ascia sopra la propria testa lentamente, come si muovevano quelle creature, e saltai di lato mentre cercava di farla cadere sulla mia testa. Un attacco della mia fedele spada d'argento mozzò il braccio del cadavere, quasi come se fosse stato burro. Ringalluzzito tentai un altro assalto e questa volta staccai la sua testa dal resto del corpo.
Il Draugr cadde al suolo, inanimato. Ero riuscito nel mio intento: ero arrivato in fondo a Bleak Falls Barrow!
-In fondo non è stato poi così difficile, anche se c'è mancato poco che mi cagassi addosso- il vantaggio di essere soli era quello di poter ammettere le proprie paure ad alta voce senza sentirsi imbarazzati.
Presi l'ascia gigante del Draugr e confermai il mio sospetto: la sua luce era dovuta ad un incantamento! Era un'arma troppo grossa e pesante per me però avrei sempre potuto venderla o sfruttare il laboratorio di Farengar per comprendere di che incantamento si trattasse e come eseguirlo. All'interno del sarcofago del cadavere trovai una lastra di pietra sulla quale era incisa una mappa abbozzata di Skyrim con diversi punti. Non ci voleva uno stregone per capire che si trattava della Dragonstone.
Avendo superato e disattivato tutte le varie trappole, ed ucciso i diversi Draugr e banditi che infestavano il posto, tornai indietro ed uscii dall'entrata del Barrow felice come non lo ero mai stato (la vita con Daenas era molto monotona). Mi ero persino scordato della parola in rune, del rumore di martelli e del vento luminoso, indizi che avrebbero dovuto mettermi in guardia.
Uscito dalle rovine tornai a Riverwood per consegnare l'artiglio d'oro a Lucan Valerius: nonostante la sua felicità nel rivederla il pagamento fu modesto. Troppo modersto, per quello che avevo passato. Mi ripromisi di vendicarmi dell'avidità di Lucan, prima o poi.
Sperai che lo Jarl avesse una ricompensa migliore e giunto a Dragonsreach mi recai nel laboratorio di Farengar per consegnare la Dragonstone. Lo trovai che stava discutendo con una persona in armatura e cappuccio, che ne nascondeva l'identità. Doveva essere la sua "fonte segreta". Lo stregone di corte mi fece posare la pietra sul tavolo e mi congedò dicendomi che avrei potuto parlare con lo Jarl o con Proventus per la mia ricompensa. Purtroppo le mie fatiche non erano ancora finite e la speranza di riscuotere il mio premio ed andarmene sfumarono quando un'agitata Irileth, la guardia del corpo dello Jarl, entrò nel laboratorio.
-Presto Farengar, è stato avvistato un drago! Lo Jarl ci vuole con se per discutere la situazione!-
Il suo stato alterato le fece registrare la mia presenza solo dopo qualche istante -Ah, ci sei anche tu. Vieni con noi, dopotutto sei tu l'esperto di draghi. Lo Jarl vorrà sentire il tuo parere-
Ci trovammo al piano superiore di Dragonsreach, noi tre, Jarl Balgruuf e una guardia: quest'ultima ci rivelò che proveniva dalla torre di guardia ovest, lungo la strada per Rorikstead e che la torre era stata attaccata da un drago che aveva iniziato ad abbatterla con fiamme che sputava dalla bocca ed usando le possenti zampe per staccarne pezzi.
-Io stesso sono vivo perchè ho appofittato di un momento di calma per venire ad avvisarvi, mio Jarl-
-Ed hai fatto bene, ora ci riprenderemo la nostra torre. Ysgran, sono contento di vederti. Che cosa ne pensi di questo drago?-
-Il modo in cui si comporta è simile a quello del drago che ha attaccato Helgen, ma dovrei vederlo per sapere se si tratti dello stesso- replicai -Ah, a proposito, ho recuperato e consegnato la Dragonstone a Farengar-
-Mi sarà molto utile nei miei studi, Jarl Balgruuf- replicò lo stregone
La minaccia del drago fece totalmente scordare allo Jarl la mia ricompensa (comprensibile, ma non per questo meno irritante)
-Irileth, avrò bisogno di te: raccogli delle guardie e va alla torre ovest. Dobbiamo uccidere questo drago prima che attacchi la città!-
-Si mio Jarl!-
-Anche il tuo aiuto ci sarà utile- mi disse Balgruuf -Hai dimostrato di essere un guerriero capace, e conosci le tattiche di questi Draghi-
Maledicendo il Drago che aveva scelto proprio quel momento per attaccare risposi affermativamente alla richiesta dello Jarl.
Farengar chiese allo Jarl di unirsi alla "spedizione" (si, la chiamò così) affermando che vedere un drago da vicino avrebbe potuto aiutare la sua ricerca ma lo Jarl si rifiutò: non voleva rischiare di perdere sia Irileth che Farengar contro il primo Drago apparso a Whiterun.
L'elfa oscura mi scortò fuori da Dragonsreach e mi disse di andare in avanscoperta, la torre si trovava lungo la strada, raccomandandomi di non tentare di ingaggiare il drago da solo.
Come se ce ne fosse bisogno, pensai.
-Io raccoglierò i rinforzi e ti raggiungerò fra poco, eravamo già in allerta-
Giunsi alla torre in breve tempo, ma il drago sembrava scomparso anche se diversi fuochi ed il fatto che la torre fosse poco più di una rovina ne rendevano evidente la presenza.
-Ti ricorda Helgen, cacciatore?- mi chiese Irileth una volta giunta con un nutrito manipolo di guardie.
-Si. Dobbiamo stare attenti mentre cerchiamo dei sopravissuti- replicai
-Tirate fuori gli archi- ordinò la Dunmer -Cercate di restare al riparo e se vedete il drago urlate e sparpagliatevi mentre iniziate a riempirlo di frecce-
Ci separammo, restando al riparo nelle rovine della torre, quando sentimmo la voce di uno dei sopravissuti che proveniva dalla torre: -Attenti! Quel drago sta tornando!-
Stava indicando un punto oltre la torre e capimmo che il drago la stava sfruttando come copertura ma grazie all'avviso della guardia ci preparammo e quando passò sorvolando sopra di noi riempimmo il suo ventre come un puntaspilli.
-Non è il drago che c'era ad Helgen! Questo è molto più piccolo!- dissi ad Irileth
-Non importa! Pensa ad ucciderlo!- mi rispose lei.


File:Mirmulnir Attacking.png
La creatura sputò delle fiamme, cercando di colpirci, ma fortunatamente non doveva avere una buona mira...

La guardia della torre sfruttando l'altezza ci urlava dove si trovava il drago quando riusciva a vederlo ma il lucertolone era incredibilmente veloce e non rendeva certo il compito facile.
Avevamo però il vantaggio del numero ed eravamo riusciti a colpirlo ripetutamente, facendolo grondare sangue: ad un certo punto perse il controllo e si schiantò al suolo facendo crollare parte della torre.
-Siamo riusciti a ferirlo alle ali! Non può più volare!- gridai esultando
-Presto, accerchiatelo! Non state tutti vicini o vi colpirà col fuoco!- rimarcò la Housecarl dello Jarl. Una volta sparsi fu un gioco da ragazzi: chi con le frecce chi, più coraggioso, con delle asce, iniziammo a ferire il drago, presi dal fervore del combattimento ignorammo i suoi versi di dolore.
Fu Irileth a finire il lavoro, infilzandogli la propria spada in fondo alla gola.
Con un ultimo urlo la bestia si accasciò al suolo.
Urla di gioia e di stupore uscirono dalle nostre bocche mentre qualcosa di strano stava accadendo: la carne del drago stava iniziando a bruciare, come delle foglie secche, ed uno strano vento luminoso, lo stesso che avevo visto a Bleak Falls Barrow, iniziò ad uscire da quel fuoco come uno strano fumo.


La luce iniziò ad avvolgermi e a penetrare dentro di me, riempiendomi della forza e dell'energia del drago

Quello strano potere mi riempì il petto ed i polmoni e lo percepii salirmi in gola, non era una sensazione fastidiosa era più simile al primo respiro dopo minuti passati sott'acqua... solo che invece che far entrare l'aria dovevo far uscire qualcosa. Aprii la bocca, rivolto al cielo, ed un urlo riecheggiò in tutta la vallata:
FUS!
Le guardie di Whiterun rimasero tutte a bocca aperta.
-Dragonborn!-
-Dev'essere un Dragonborn!-
Irileth sembrava confusa almeno quanto me. Una delle guardie mi si avvicinò e mi chiese se io fossi Dragonborn
-Non so che cosa sia, ma di sicuro non lo sono-
-Certo che sei Dragonborn! Hai appena usato la Voce, no?-
-La Voce?! Quella che ha usato Ulfric contro Torygg?-
-Inoltre hai assorbito il potere del drago! Le storie sono chiare: il Dragonborn è il guerriero che usa la voce per uccidere i draghi e ne ruba il potere! Credevo fossero solo delle leggende ma pensavamo lo stesso dei draghi!-
Irileth e alcune delle altre guardie non erano del tutto sicure però e mentre restavano a dibattere mi diressi verso Whiterun. Dragonborn o non Dragonborn io volevo la mia ricompensa. Anzi, una doppia ricompensa! E poi avrei lasciato Whiterun e tutti quei discorsi di Dragonborn! Non volevo essere Dragonborn, non avevo intenzione di andare in giro ad ammazzare Draghi e sopratutto volevo solo vivere la mia vita tranquillamente.
Il tempo di arrivare a Whiterun e nonostante il cielo terso si poterono udire degli strani tuoni.
DOV! AH! KIIN!
DOV! AH! KIIN!
Pensai che il tempo a Skyrim fosse veramente strano, ignorando le espressioni stupefatte dei Nord della città.
Giunsi per primo a Dragonsreach e trovai Balgruuf seduto sul trono, con Avenicci ed un Nord in armatura che non avevo mai visto prima (si trattava del fratello dello jarl, Hrongar). Lo Jarl mi accolse e mi chiese se avevo notizie del drago e degli altri. Lo rassicurai dicendogli che erano tutti vivi e che il drago era stato ucciso.
-C'è dell'altro però... vero? Ho sentito la chiamata dei Greybeards... dimmi tutto-
-Beh quando il drago è morto la sua carne si è disintegrata ed una strana luce è entrata dentro di me. Ed ho usato la Voce... credo- tanto valeva dirgli la verità dato che l'avrebbe comunque saputa dalle guardie di li a breve.
-Allora è te che i Greybeards stavano chiamando!- disse Hrongar
-Tu... devi essere Dragonborn! I Greybeards ti hanno chiamato ad High Hrothgar!- disse Balgruuf -E' un grandissimo onore, salire i 7000 gradini della Gola del Mondo, la montagna più alta di Tamriel, per poi entrare nel monastero al cospetto dei Greybeards!-
Questa cosa mi stava sfuggendo di mano.
-Non potrei avere semplicemente la mia ricompensa?- implorai
-Oh, certo, certo- replicò Balgruuf -Per tutti i servigi che hai reso a me e al feudo, ti nomino Thane di Whiterun! Ti dono quindi l'Ascia di Whiterun e ti assegno Lydia come Housecarl personale-
-Eh?- era troppo volere solo dell'oro (o del ferro da trasmutare)?
Una donna in armatura uscì da un corridoio e mi consegnò una gigantesca ascia d'acciaio molto elaborata con forgiata sulla lama il simbolo del Feudo, il cavallo di Whiterun, prima di inginocchiarsi e di giurare di servirmi e di prendersi carico dei miei fardelli.
Ancora stordito uscii da Dragonsreach con in mano l'ascia accompagnato da Lydia.
-Senti un po'... ma che cos'è un Thane? Ed una Housecarl? Che cosa sta succedendo?-
-Il Thane è un eroe di un feudo, la massima onoreficenza che può dare uno jarl ed è riservata a qualcuno che ha aiutato il feudo ed i suoi abitanti in modo esemplare. Un Thane ha inoltre il permesso e l'obbligo di acquistare un'abitazione nella capitale del feudo perché venga riconosciuto il suo status-
-Quindi ora sarei una sorta di nobile?-
-Esattamente, mio Thane. E come ogni eroe che si rispetti io sono la vostra Housecarl e vi servirò in tutto quello di cui avrete bisogno. Combatterò con voi e mi occuperò delle vostre incombenze quotidiane. Inoltre le guardie non vi disturberanno più una volta che vi avranno riconosciuto-
-Non ho bisogno di una servitrice, Lydia...-
-E' il mio dovere mio signore!-
-Come vuoi... ascolta io ora torno a Jorrvaskr che sono molto stanco-
-A Jorrvaskr? Volete dire che siete anche uno dei Compagni?-
-Esatto. Ci potremo rivedere domattina se proprio ci tieni-
-Certamente, mio Thane-
Ancora non immaginavo che la presenza di Lydia sarebbe stata talmente invadente e pesante (anche se non potevo farle una colpa in fin dei conti) che di li a pochi giorni avrei lasciato Whiterun per dirigermi a Windhelm, da Ulfric Stormcloak, anche per cercare di scoprire qualcosa di più sulla Voce e sul Dragonborn senza dover scalare una gigantesca montagna.




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